Zagari sul paesaggio:
"Il paesaggio è un'entità viva e mutevole nel tempo, una sommatoria infinita di azioni individuali che interpretano e modificano un luogo assecondando o contrastando abitudini, norme, leggi. E' il compimento di un equilibrio che si forma e si scioglie, si sedimenta e si semplifica, segue disegni spontanei o visioni dispotiche, immagine eloquente della cultura materiale e del lavoro umano. Nasce, evolve e muore attraverso periodi di felice rigoglio, lunghi periodi di stasi, improvvise crisi, estasi e catastrofi. E' mosso da tradizioni, riforme, rivoluzioni e la comunità che lo vive vi si riconosce come in un testo in evoluzione perenne."
FRANCO ZAGARI, Questo è paesaggio 48 definizioni, 2005, Mancosu editore, pag. 14
Zagari sulla progettazione del paesaggio:
"[...] ogni habitat umano ha una vocazione esplicita o latente di esprimere caratteri rappresentativi."
Op. cit., pag. 23
"Il suo fine (del progetto del paesaggio) è molto complesso. Si tratta innanzitutto di avere capacità di diagnosi, saper cioè riconoscere in un contesto quei particolari caratteri nei quali si fissi questa qualità, comprenderne la natura di valore culturale, coglierne il significato storico, le leggi evolutive, le proiezioni di futuro. Si tratta poi di partecipare all'evoluzione della consapevolezza del paesaggio nella comunità che lo vive, con una ricerca di circuiti virtuosi fra le aspirazioni di promozione economica e l'espressione dei suoi caratteri. Si tratta, infine, di saper ideare e condurre con competenza un'azione creativa conseguente, con un giusto equilibrio di utopia e realismo"
Op. cit., pag. 24
"Il punto di vista del progetto di paesaggio opera con la particolare capacità di cogliere o stabilire 'relazioni' fra elementi di varia natura, materiali e immateriali, piuttosto che fra 'oggetti' definiti i sé."
Op.citata, pag. 25
Zagari sulla figura del paesaggista:
"Nell'esperienza europea è una delle professioni intellettuali più duttili fra espressione artistica, conoscenza delle scienze naturali, competenza tecnica, impegno sociale, sensibilità politica."
Op.citata, pag. 28
"Il paesaggista ha uno spettro di lavoro molto ampio: conoscenza del territorio e dell'ambiente, comprensione delle modalità di partecipazione e di sviluppo locale, interpretazione delle necessità dei comportamenti umani, approccio sistemico alle analisi e alla pianificazione ambientale, competenze nel rapporto fra tecnologia e ambiente. Fra i suoi temi più ricorrenti vi sono giardini, parchi,passeggiate, viali e piazze, sistemi pubblici urbani del verde, di acqua, di illuminazione, di viabilità carrabile e pedonale, di arredo, ciclabili, parchi naturali, parchi archeologici, complessi sportivi, riserve, ripristino ambientale di aree degradate, spazi esterni di complessi insediativi, cave, coste, disegno paesistico di grandi infrastrutture, sistemirurali, piani paesistici... [...]"
Op.citata, pag. 28-29
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